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Il Blog di Dragan Bosnjak

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Postilla » Impresa » Il Blog di Dragan Bosnjak » Management » La differenza tra D e PDCA

4 febbraio 2010

La differenza tra D e PDCA

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Facile, direte voi, nella prima non ci sono P, C ed A…

Più o meno, avete ragione… ;)

Ma partiamo dall’inizio. Cosa vuol dire PDCA? E’ un acronimo coniato da W. E. Deming ed oggi utilizzato come fondamento di tutti i sistemi gestionali e sul quale sono basate le normative internazionali sulla qualità (ISO 9001), ambiente (ISO 14001), sicurezza (OHSAS 18001).

Il suo significato è P (Plan – pianificazione), D (Do – azione, esecuzione), C (Check – controllo), A (Act – azione). Comunemente viene denominato Ciclo di Deming, e nel link potete trovare le spiegazioni di Wikipedia.

Ma l’obiettivo del mio articolo odierno non è quello di spiegare il ciclo di Deming in sé, ma di andare un pò più a fondo delle solite pratiche di leadership nelle aziende tradizionali ed aziende che applicano il lean thinking.

Partiamo dalle aziende tradizionali, guidate dall’alto verso il basso. Si tratta della gran maggioranza delle aziende nel nostro paese. Come vengono solitamente gestite queste organizzazioni? Un capo/dirigente dà l’ordine al suo sottoposto di eseguire un determinato lavoro e questo lo esegue. Sembra che funzioni tutto, vero? Questo è il nostro solito modo di vedere le cose e tutto ci sembra normale in questo contesto.

Ma come viene gestito il miglioramento se il sottoposto esegue e basta? Anche il miglioramento segue la strada del TOP-DOWN, ossia arriva dall’alto e basta. Chi esegue, deve solo ascoltare ciò che gli viene detto di fare dall’alto, senza poter intervenire in qualsiasi modo, nonostante la sua esperienza e competenza nell’esecuzione stessa. La pianificazione del ciclo PDCA non esiste o è molto limitata alla sola idea di un superiore. Esecuzione è tutto. Controllo e azione? Appunto, un grande punto di domanda…

Il controllo dovrebbe verificare, dopo l’esecuzione, che le ipotesi che sono state pianificate siano state confermate. Azione dovrebbe invece agire in funzione della differenza tra le ipotesi pianificate e risultati raggiunti: se tutto è perfettamente raggiunto (non succede praticamente mai se non siamo dei veggenti…), azione è di standardizzare il metodo e/o processo e/o prodotto/servizio sperimentato; se invece ci sono le differenze (come succede nel 99,9% dei casi), l’azione dovrebbe portarci a ripensare alle nostre ipotesi iniziali e iniziare un nuovo ciclo in funzione di ciò che abbiamo trovato nel ciclo attuale. E così avanti all’infinito, migliorando continuamente…

Sembra comune senso, direte voi. E lo è. Peccato però che nelle aziende tradizionali non viene praticamente mai applicato. Viene usata solo l’esecuzione e basta.

Le aziende lean si differenziano da quelle tradizionali proprio per questo aspetto: loro eseguono l’intero ciclo. Dalla P alla A e poi di nuovo da capo, imparando lungo la strada e coinvolgendo tutte le persone con i loro suggerimenti e consigli. La gerarchia non è solo il TOP-DOWN ma è anche BOTTOM-UP… La direzione strategica arriva dall’alto mentre la pianificazione del miglioramento solitamente viene effettuata sul livello più basso dell’organizzazione, dove ci sono le persone che eseguono giorno dopo giorno i processi e li conoscono meglio di tutti.

Quello che dobbiamo imparare è di applicare l’intero ciclo PDCA nelle nostre organizzazioni, coinvolgendo tutte le persone che vi lavorano. Questo poi creerà il vantaggio competitivo sui mercati nei quali partecipiamo.

Ne siete convinti?

Letture: 7585 | Commenti: 9 |
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9 Commenti a “La differenza tra D e PDCA”

  1. annalisa scrive:
    Scritto il 5-2-2010 alle ore 10:58

    io ne sono convinta, il mio datore di lavoro no… e così andiamo avanti con il DO…

  2. Dragan Bosnjak scrive:
    Scritto il 5-2-2010 alle ore 11:00

    Grazie Annalisa per il commento!
    Allora bisognerebbe fargli suonare anche il resto: RE MI FA SOL LA SI DO… ;)

  3. Giovanni scrive:
    Scritto il 7-2-2010 alle ore 14:59

    Sono convinto dell’utilità del PDCA. Da ormai 1 anno è un percorso attivo in azienda . Abbiamo fatto molta formazione per spiegare cosa serve questo strumento, noto però molta difficoltà da parte di alcuni operatori a lasciarsi coinvolgere in questo lavoro .Diffidenza, poca voglia di mettersi in gioco, poco attaccamento all’azienda sono fattori culturali difficili da superare. Nonostante tutto però ci sono stati dei percorsi di miglioramento molto interessanti che hanno portato a ottimi risultati.

  4. Mauro A. Del Pup scrive:
    Scritto il 7-2-2010 alle ore 16:18

    Come sempre, ci sarebbe bisogno di passare dalla teoria alla pratica e di avere degli esempi chiari, semplici e pratici di come si attua il percorso PDCA.
    Sento da anni parlare, ad esempio, di documenti di valutazione dei rischi e, anche se sono un risk manager e non un uomo si occupa solo di sicurezza, mai che mi sia capitato un convegno in cui si faccia vedere con esempi concreti come si costruisce un Dvr: ognuno poi va per conto suo.
    Per cui, Dragan, mostraci la strada ;)

  5. Dragan Bosnjak scrive:
    Scritto il 8-2-2010 alle ore 00:30

    Grazie Giovanni e Mauro per i vostri commenti!
    Giovanni, io non considero il ciclo PDCA come uno semplice strumento, lo considero come modo di vivere dell’azienda e, come mi chiede Mauro, in uno dei prossimi articoli andrò a spiegare come applicarlo praticamente.
    Non si tratta di niente di complicato, solo di pura applicazione di buon senso dopo aver esaminato i FATTI e la situazione attuale e pianificato come si potrebbe procedere verso una situazione futura migliorata. Sarà mio piacere guidarvi su questo percorso…

  6. annalisa scrive:
    Scritto il 10-2-2010 alle ore 15:54

    attendiamo di essere illuminati.
    Ogni tanto abbiamo anche bisogno di un incoraggiamento, perchè come dice Giovanni “Diffidenza, poca voglia di mettersi in gioco, poco attaccamento all’azienda sono fattori culturali difficili da superare” e spesso questo toglie entusiasmo anche a noi…

  7. Valutazione dei rischi per la sicurezza e PDCA | Il Blog di Dragan Bosnjak scrive:
    Scritto il 12-2-2010 alle ore 11:36

    […] promesso nei commenti dell’ultimo post, torno sull’argomento di PDCA e lo faccio attraverso un esempio applicativo: Valutazione dei […]

  8. Giovanni scrive:
    Scritto il 21-2-2010 alle ore 18:00

    Buongiorno a tutti. Volevo farvi partecipi tutti ad una cosa successa la scorsa settimana; come ogni settimana raccogliamo i percorsi PDCA proposti da chi opera in linea; bene di solito si raccoglievano 3/4 proposte a settimana, bene questa settimana ben 21 percorsi PDCA sono stati proposti e molti dei quali molto interessanti. Non sono sorpreso, perchè ero e sono convinto che questa è la strada giusta, voglio solo condividere con voi la soddisfazione per un piccolo ma significativo traguardo. Buon PDCA a tutti.

  9. Dragan Bosnjak scrive:
    Scritto il 23-2-2010 alle ore 20:08

    Grazie Giovanni per la tua testimonianza molto importante!
    PS. Finalmente ho collegato chi si trova dietro al nick ufuvan… Umili scuse per non averlo compreso prima… ;)

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