15 giugno 2010
Giustizia e fisco snelli (…)
Nell’ultima settimana ho ricevuto da Mauro le segnalazioni di due articoli molto interessanti del Il Gazzettino.it che parlano di due casi quasi assurdi dell’inefficienza nella PA.
I due casi esaminati sono i seguenti:
- Il primo parla di un giudice che scambia due numeri: giornate lavorate totali da parte degli apprendisti con il numero di apprendisti, con conseguente errore nella sentenza e attesa di circa 3 ulteriori anni per avere un risarcimento di 3.500€ per un piccolo artigiano…
- Il secondo parla del Fisco e del ritardo di 1 giorno per il pagamento di una rata di 235€ da parte di un ex piccolo imprenditore, adesso pensionato, che culmina in una multa di più di 500€ per questo ritardo…
Il primo è un caso abbastanza tipico della svista che capita tutti i giorni nella nostra vita. Gli errori vengono commessi, è inevitabile. Ma ciò che può essere evitato è la testardaggine di approvare e confermare la sentenza nonostante l’errore commesso.
Vi chiedo una cosa: Perché la nostra giustizia è così rigida? Perché non è possibile rivedere velocemente la sentenza (quando si tratta di errori di questo tipo…) e correggerla? Perché un povero artigiano non può avere la giustizia dalla sua parte? Per lui questi 3.500€ sono una cifra importante, ma pagare gli avvocati decine di migliaia di euro per andare in Cassazione per un banale errore del Giudice lo sono ancora di più. Non se li può permettere così facilmente…
Non si può fare niente per questo e altri casi simili? Dove l’errore è talmente ovvio e banale che anche il bidello del Palazzo di Giustizia se ne accorgerebbe? Non si può creare una procedura standard velocizzata per correggere questi errori ed evitare che vengano commessi? Magari una rilettura della sentenza in aula davanti a tutti, insieme alle cause della decisione e con il feedback immediato della potenziale persona danneggiata che si accorge immediatamente dell’errore, lo comunica e fa correggere la sentenza, tutto in pochi minuti? Eh no, siamo in Italia. La carta canta. Una volta scritto un atto ufficiale, quello è e quello resta. Non si corregge niente. Poi se hai obiezioni, ti rivolgi agli organi superiori, e vista la velocità della giustizia, parliamo di qualche lustro… Siamo proprio messi bene…
Andiamo a vedere il secondo caso: la multa di più di 500€ per 1 (un) giorno di ritardo nel pagamento di un’imposta da 235€.
Qui si tratta proprio della procedura stabilita dal Fisco per questo tipo di situazione. Buon senso quando si scriveva la procedura? Lasciato fuori dalla porta, non serviva. Sono tutti evasori, quindi bisogna farglielo pagare.
Rivedere la procedura? Neanche se cascasse il mondo… Come sopra, siamo in Italia, chi regna è la BUROCRAZIA! Non si può cambiare niente. Bisogna mantenere lo status quo a tutti i costi (e in questo caso va pure bene per l’apparato statale, quindi perché cambiare…). Chi invece è sempre danneggiato è il povero cittadino che, anche se vuole essere onesto, quando gli succedono queste cose, inizia a domandarsi…
E poi ci troviamo con 35.000.000.000€ di evasione e ci chiediamo il perché… Una parte della risposta sta anche in queste righe: siamo troppo inefficienti e immobili per cambiare una procedura/regola inefficace e adattarla al buon senso (pensate se succedesse qualcosa nel settore privato – l’azienda che applicasse una multa del genere avrebbe vita molto breve sul mercato e con i propri clienti, nel pubblico invece è normale…), figurarsi trovare i modi per beccare qualcuno che evade seriamente e stabilire una procedura seria per lo scopo…
Le vostre opinioni?
Scritto il 15-6-2010 alle ore 12:56
Non so se ci sono opinioni o commenti da fare a quanto sopra descritto e ciò accade tutti i giorni e in tutti i luoghi (nord, centro, sud e isole). La crisi economica e le difficoltà del mercatro (concorrenza) mettono ancora più a nudo tali inefficienze e ingiustizie e prima o poi bisognerà prendere seri provvedimenti o il rischio è grosso. Quello che non comprendo però in pineo è che un ex Ministro quale Visco, a una candida domanda del tipo: lei che è Ministro si riuscirebbe a fare la sua dichiarazione dei redditi senza commetere errori !? Candidamente risponde: no, sono sicuro che commetterei errori passibili di sanzione. Per me questo chiude il cerchio. Cosa si potrà mai aggiungere oltre. A noi (tutti quelli che non fanno parte dell’apparato per intenderci)altro non resta che sperare che nella P.a. ci sia sempre più gente dotata di estremo buon senso ed equilibrio. Gente che non spara titoloni sui giornali contro intere categorie senza fare i dovuti distinguo, bollandoli tutti come evasori criminali e gente che sempre sui giornali non afferma che i professionisti sono al servizio dei malandrini e degli evasori e che bisogna fermarli. Come diceva un grande del passato per fortuna l’impresa e l’imprenditore non si ferma nella sua opera anche difronte a queste cose perchè è insito nella sua natura e contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è il solo denaro che “muove” l’uomo imprenditore ma la sua soddisfazione nel fare e produrre cose sempre più belle. A me spiace solo che chi non lavora del suo ma solo su quello che altri hanno fatto (criticandolo, multandolo, gistamente o ingiustamente che sia) non hanno la comprensione di questa dimensione e la soddisfazine che se ne ritrae….!
Scritto il 16-6-2010 alle ore 15:08
quell’artigiano non si lamenti. Il suo credito verso la giustizia si limita a 3500 euro. Io sono vittima di una doppia alienazione immobiliare.Dopo aver acquistata una proprietà al
rustico la ho ristrutturata ricavandoci tre appartamenti. Il giudice ha condannato il doppio alienante senza tener conto del valore della ristrutturazione provata dalla CTU ed ha valutato l’immobile 20000 (ventimila) euro. Valida la vendita al terzo acquirente sono stato sfrattato
nel 2008 sotto la neve (abito nelle Dolomiti) a dicembre.
Il ricorso in Appello ad aprile 2013. Io ho adesso
75(settantacinque)anni. Saluti e grazie.
Scritto il 22-6-2010 alle ore 02:06
Condivido quanto ha scritto Davide e porto ad esempio un mio caso in breve.
Qualche mese fa, l’Agenzia delle Entrate scrisse che avevo un debito Inps di qualche migliaio di euro. Ero certo che non era così ed allora diedi mandato al mio commercialista (in Italia chi non ha un commercialista?) di verificare e la verifica disse che si trattava di un errore dell’Agenzia delle Entrate!
Preciso che, per verificare la mia posizione, sarebbe bastato consultare “on-line“ il mio casellario consultabile: si preferì, invece, dare il via alla pratica con i relativi costi sia per l’apparato pubblico che per me, quando sarebbe stato meglio dirottare altrove queste energie.
Scritto il 23-6-2010 alle ore 15:59
Siamo nella pratica della burocrazia! Prima la burocrazia non era un termine così odiato, al contrario era sinonimo di “ordine” e di procedure da utilizzare per mantenere in essere tale “ordine delle cose”. Oggi è l’esatto contrario contro cui giornalmente s’imbattono i commercialisti e che i clienti come Mauro A. Del Pup non comprendono appieno!
Perchè invece di andare dal commercialista il Sig. Mauro non ha verificato personalmente on-line e non si è fatto la sua strada all’Agenzia delle Entrate o all’INPS per chiarire l’errore???
Io stesso sono stato vittima di recente di un madornale errore nel calcolo della tassa per il ritiro immondizia per il mio studio professionale: secondo loro 1) io svolgo la mia attività professionale a casa e non in studio 2)la mia casa è diventata magicamente di 200m quadrati (100m scarsi senza considerare i muri interni) e infine – chicca sulla torta – 3)svolgo l’attività presso la mia abitazione prima ancora che la comprassi!!! Per tale motivo sono moroso per tributi/sanzioni ed interessi in 5 anni di più di 24.000 Euro…. se non è questa mala-gestio della macchina pubblica
Scritto il 23-6-2010 alle ore 16:01
Siamo nella patria della burocrazia! Prima la burocrazia non era un termine così odiato, al contrario era sinonimo di “ordine” e di procedure da utilizzare per mantenere in essere tale “ordine delle cose”. Oggi è l’esatto contrario contro cui giornalmente s’imbattono i commercialisti e che i clienti come Mauro A. Del Pup non comprendono appieno!
Perchè invece di andare dal commercialista il Sig. Mauro non ha verificato personalmente on-line e non si è fatto la sua strada all’Agenzia delle Entrate o all’INPS per chiarire l’errore???
Io stesso sono stato vittima di recente di un madornale errore nel calcolo della tassa per il ritiro immondizia per il mio studio professionale: secondo loro 1) io svolgo la mia attività professionale a casa e non in studio 2)la mia casa è diventata magicamente di 200m quadrati (nella realtà 100m scarsi senza considerare i muri interni) e infine – chicca sulla torta – 3)svolgo l’attività presso la mia abitazione prima ancora che la comprassi!!! Per tale motivo sono moroso per tributi/sanzioni ed interessi in 5 anni di più di 24.000 Euro…. se non è questa mala-gestio della macchina pubblica
Scritto il 23-6-2010 alle ore 16:25
@Pedro: “Perchè invece di andare dal commercialista il Sig. Mauro non ha verificato personalmente on-line e non si è fatto la sua strada all’Agenzia delle Entrate o all’INPS per chiarire l’errore???“
Semplicemente perché mi avvalgo di un commercialista per curare anche questi aspetti che mi sarebbero costati troppo (in termini di tempo) se mi fossi dato da fare da solo proprio perché quello non è il mio lavoro
Il controllo, tuttavia, lo dovrebbe fare l’amministrazione pubblica per prima e questo post, infatti, mi pare parli proprio di questo cioè di come dovrebbe cambiare la gestione della burocrazia e dei rapporti con i cittadini.