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Il Blog di Dragan Bosnjak

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Postilla » Impresa » Il Blog di Dragan Bosnjak » Contabilità, bilancio e revisione » Ma quante tasse paghiamo?

8 febbraio 2011

Ma quante tasse paghiamo?

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Siccome lo trovo un argomento molto interessante e importante, vorrei condividere con il lettori di questo blog un file che mi è capitato tra le mani qualche giorno fa, attraverso il blog Impresa Efficace di Umberto Fossali.

Il file è quello che riporta tutte le varie tasse assurde che noi cittadini e imprese, dobbiamo pagare tutti i mesi, tutti i giorni. Nel file ne sono elencate 100 di tasse diverse, ma sono sicuro che si tratta solo di una punta di un iceberg, facente parte di un pozzo senza fondo.

Vi invito ad andarlo a leggere e a commentarlo qui sotto ed, eventualmente, se ne siete a conoscenza, di riportare anche altri esempi di tasse assurde e/o poco conosciute che sarebbero da riportare alla luce.

La trasparenza della PA è sempre un bel argomento di cui parlare, e attraverso questo articolo vorrei invitarvi anche a condividere con più persone potete questo file e a mostrarlo a tutti, magari in questo modo facciamo partire una piccola reazione a catena che aiuti ad eliminare qualcuna di queste tasse che, onestamente, non hanno alcun senso pratico…

Buona lettura!

Letture: 12102 | Commenti: 9 |
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9 Commenti a “Ma quante tasse paghiamo?”

  1. Sara Agostini scrive:
    Scritto il 9-2-2011 alle ore 15:43

    Un file tanto interessante quanto tragico….

  2. dvd scrive:
    Scritto il 10-2-2011 alle ore 11:59

    E’ un grosso dispiacere vedere che questo tema non appassiona come invece quello legato all’evasione (di chi già paga e molto) e magari riferito agli studi di settore o allo spesometro o altre stipidaggini del genere che mirano/sparano nel piccolo, ma numeroso, dove si fa cassa senza sforzi. Senza entrare nello specifico ciò che emerge è chiaro e sotto gli occhi di tutti: il pubblico, sia a livello nazionale che locale appena ne ha la possibilità senza distinzione di colore o credo si frappone tra se e il reddito spendibile dei cittadini più o meno onesti e ci marcia alla stragrande senza neppure troppi controlli o critiche quasi nell’indifferenza generalizzata e non ha e non prevede piani o margini di rientro dalla spesa, una volta messa l’entrata si trova la spesa e il dubbio è che molte volte la si crea; per poi sentirsi dire alla fine: si bene ma come possiamo fare dato il livello del debito raggiunto !? Conclusione: pare non vi sia alcuna via di uscita. Nel privato questo non accade, perchè!? Perchè esiste il principio cardine della economicità e della massimizzazione del profitto, per cui in casi analoghi e simili la prima decisione irrevocabile è o sarebbe il taglio netto delle spese con tutte le forme possibili e legalmente prevedibili, in sostanza e scopo: non spendere più e vedere cosa succede, ossia se il sistema regge con meno oppure no e vedere ex post dove intervenire.

  3. Lorena M. scrive:
    Scritto il 10-2-2011 alle ore 15:24

    E’ semplicemente indegno, tutto ciò.
    Che non si possa – cioè voglia – ridurre tutta quest’accozzaglia di pretesti pretestuosi per spremerci a poche imposizioni semplici e chiare, comprensibili a tutti.
    Certo che non si può: sarebbero, appunto, comprensibili a tutti nel mal-funzionamento e nello scopo, e ci sarebbe una sollevazione popolare. O forse no, che il pueblo italioto di cui anch’io faccio mediamente parte è particolarmente pecorone, ed è risaputo.
    Pagheremmo come prima, ma magari con meno rabbia? Ormai hanno tassato tutto, mi stupisco che non istituiscano una tassa sui ciucci dei neonati e sulle dentiere dgli sdentati… ma lo dico piano piano: sia mai che a “qualcuno” venisse l’idea…

  4. Avv. Luigi De Valeri scrive:
    Scritto il 10-2-2011 alle ore 22:33

    A mio parere se il gettito derivante dai tributi fosse realmente impiegato e soprattutto giungesse a buon fine, senza dispedersi in altre situazioni, per la crescita e i servizi di cui tutti noi contribuenti dovremmo e vorremmo fruire i balzelli si pagherebbero con minor dispiacere. ma forse la mia è solo una utopia. Fatto sta che da tributarista negli ultimi anni aumentano i ricorsi alle commissioni tributarie e le percentuali di accoglimento anche.

  5. Il fisco puzza dalla testa. (che non ha capito la tassazione attraverso le aziende) | Il Blog di Raffaello Lupi scrive:
    Scritto il 11-2-2011 alle ore 17:35

    […] documento della confesercenti commentato da Dragan Bosniak http://draganbosnjak.postilla.it/2011/02/08/ma-quante-tasse-paghiamo/ è un aspetto della schizofrenia e del disorientamento imperanti nella società italiana a […]

  6. Antonino Salvaggio scrive:
    Scritto il 11-2-2011 alle ore 23:46

    Sono davvero tante!

  7. Mauro A. Del Pup scrive:
    Scritto il 8-3-2011 alle ore 12:09

    Sempre troppe, ma quello che non si capisce è come vengono spese. In tal senso, almeno a livello locale dei comuni, varrebbe la pena adottare i “bilanci partecipati“ che consentono ai cittadini di decidere dove, come e per che cosa utilizzare i soldi delle entrate.

  8. paolo bianco scrive:
    Scritto il 9-3-2011 alle ore 16:32

    francamente intristisce leggere documenti tanto approssimativi.
    dell’immane elenco almeno 20 non sono tasse, almeno 10 non esistono affatto (o vengono volutamente travisate nella modalità applicativa), almeno una dozzina NON afferiscono allo stato ma a singoli enti locali o aziende che non sono più pubbliche, e 30-40 di quelle rimaste sono semplice e normalissimo autofinanziamento dell’attività degli uffici oppure normale deterrente (per evitare che la PA sia sommersa da innumerevoli ricorsi infondati “tanto non costa niente”).

    Da un commentatore di un certo livello farebbe piacere leggere contestazioni nel merito di singoli tributi (che sicuramente in alcuni casi sono ampiamente contestabili), invece che generici appelli populisti (tra parentesi non si vede cosa c’entri la trasparenza: tutti i tributi citati, salvo quelli che non esistono più perchè già abrogati da 10+ anni, derivano da leggi pubblicate in gazzetta).

    Tra parentesi è ridicola l’idea che basti additare al pubblico ludibrio la vetustà di una imposizione per ottenerne la rimozione, senza considerazioni di sostenibilità finanziaria: come se il gettito della medesima non andasse poi comunque trovato e coperto in qualche altro modo, con tributi alternativi o con la soppressione di servizi pubblici. Ragionamento troppo complesso?

  9. Commercialista scrive:
    Scritto il 13-4-2017 alle ore 09:15

    Mi piacerebbe approfondire anche come vengono impiegate tutte queste tasse a carico dei contribuenti, sarebbe interessante! Se almeno i cittadini avessero un ritorno adeguato…

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